Tendenze per la casa che ci lasceremo alle spalle nel 2022

Con il passare degli anni, aggiorniamo costantemente i nostri stili di vita, troviamo nuove cose e attività che ci rendono felici e nuovi modi di gestire il nostro quotidiano. Ciò ovviamente include le nostre case. Con il 2023 alle porte, è giunto il momento di fare il punto sulle “cose di casa” che saremo felici di lasciarci alle spalle. Inoltre, se sei un proprietario di una casa che prevede di vendere nel 2023, è importante essere a conoscenza delle ultime tendenze.

 

CONSIDERA L’INGRESSO

Quando gli ospiti entrano in casa tua, il tuo foyer è la prima cosa che vedono, ed è un peccato se questo risulta noioso e senza personalità. I designer pertanto consigliano di cogliere l’opportunità e di catturare gli sguardi degli ospiti fin dall’inizio con l’aggiunta di semplici particolari come una bella carta da parati valorizzata con una lampada moderna sopra ad una console, oppure con un quadro d’impatto ed un tappeto accogliente.

BYE BYE PIANI SINTETICI DELLA CUCINA

Parliamo ora dei ripiani della cucina sintetici che da tempo hanno preso il sopravvento con le loro allettanti promesse antigraffio e antimacchia, per la loro versatilità ed anche, dettaglio non da poco, per il loro costo. Tuttavia, questa è una tendenza che i designer sono più che pronti a lasciarsi alle spalle.  Due materiali, in particolare, sembrano catturare l’attenzione: il marmo e la pietra, materiali duraturi, preziosi e senza tempo che si adattano sempre, quasi magicamente, ad ogni stile che voi scegliate per la vostra cucina.
In alternative a questi materiali vedremo ancora materiali sostenibili e riciclati come riciclato, che da nuova vita a dieci milioni e mezzo di bottiglie di plastica all’anno o l’MDF riciclato che di solito viene ricavato da legno vergine.

NON TRASCURARE LA SALA DA PRANZO

Dopo anni di open space e spazi informali, la sala da pranzo formale sta tornando in auge. Tuttavia, non è solo tornata di moda, ma è il luogo in cui i designer raccomandano di investire tempo, sforzi e denaro per lo più accostando antico e moderno. Non pensare però di dover ricominciare da zero, è possibile effettuare anche un semplice relooking utilizzando mobili antichi accostati ad un arredamento più moderno, dare un nuovo perchè alla “credenza della mamma” o farsi un giro al negozio di antiquariato. L’idea di utilizzare un tavolo antico assieme a nuove sedie, una carta da parati moderna e luci soffuse, oppure un nuovo tavolo e nuove sedie ma un buffet vintage è l’idea di Mix and Match che i designer sono pronti a utilizzare in questo 2023 a dir poco eclettico.

NO ALLE CAMERE DA LETTO ABBINATE

Da anni ormai, soprattutto in Italia, la camera da letto abbinata è quasi un must have di ogni appartamento. Gli esperti del settore consigliano piuttosto di mescolare trame diverse, materiali diversi, colori diversi e creare uno spazio che sembri pulito e con un aspetto armonico. I comodini però… quelli teniamoli uguali.

ADDIO BAGNI BIANCHI E LINEARI

Qui i designer sono pronti a dire addio ai bagni bianchi e rigidi e dare il benvenuto a colori più audaci. In questa stanza, andando avanti, ci sforziamo di essere avventurosi nel nostro design.
Tra le nuove proposte per il 2023 c’è l’utilizzo di pareti d’impatto, che valorizzi tutto l’ambiente. Che sia tramite l’utilizzo di materiali o elementi decorativi particolari, l’obiettivo è che questa parete catturi l’occhio in modo immediato. Una parete a mosaico, in pietra, o, magari, pareti decorate con carta da parati sono solamente alcune delle idee per il vostro nuovo bagno.
Per quanto riguarda le forme, invece, la linearità e la rigidezza vengono messe da parte, lasciando spazio alla morbidezza delle geometrie arrotondate, in modo da rendere l’ambiente leggero e accogliente.

BENVENUTA LAVANDERIA

Avete un piccolo stanzino che non sapete come utilizzare oppure è da sempre il famoso sgabuzzino dove vengono accatastate aspirapolvere scope e detersivi? Ecco come sfruttarlo al meglio. Questa stanza, oltre ad essere utile, ha un sacco di potenziale decorativo quindi per il nuovo anno, l’idea è di ottimizzare utilità e bellezza, dove puoi divertirti con carta da parati e colori e comunque progettare tutto in modo da rendere questo spazio funzionale e sistemato.

Gli aspetti psicologici della vendita di una casa ereditata

Quando erediti una casa, che essa sia dalla famiglia o di un parente, la decisione di tenerla o venderla può risultare difficile. Spesso sussistono legami affettivi e sentimentali che rendono la decisione ancora più complessa. Oltre all’aspetto psicologico va poi considerato quello finanziario.

Diamo uno sguardo più approfondito ad alcune di queste considerazioni.

 

IL LATO EMOTIVO DELLA VENDITA

Quando si riceve in eredità una casa, è possibile avere a che fare con sentimenti innescati da ricordi creati in casa o da oggetti che rievocano sentimenti ormai lasciati alle spalle. È importante capire la normalità di queste sensazioni, riconoscere il modo con il quale potrebbero influenzare il processo decisionale e cercare di rimanere obiettivi. Sentirsi in colpa per aver desiderato di vendere la casa da poco ricevuta in eredità, è del tutto normale ma è importante ricordare che non c’è nulla di sbagliato nel decidere di convertire un bene in denaro, come modo per beneficiare appieno del suo valore. È inoltre importante concentrarsi sugli aspetti positivi della vendita: le risorse guadagnate potrebbero fornire l’utilità finanziaria per realizzare i propri progetti e molto probabilmente questo è ciò che avrebbe desiderato il donatore dell’immobile.

 

IL LATO FINANZIARIO

Quando si decide se vendere o meno una casa ereditata, è essenziale considerare tutti i potenziali costi associati alla proprietà e all’eventuale mantenimento della stessa nel tempo. Potrebbero esserci spese relative a riparazioni, tasse e assicurazioni dovute ogni anno, ecc ecc. Tutti questi costi devono essere soppesati e messi a confronto con gli eventuali profitti o le potenziali entrate generate dall’affitto o dalla vendita della proprietà per assicurarsi che ne valga realmente la pena mantenerla finanziariamente nel tempo, piuttosto che venderla.

 

Insomma, la vendita di una casa ereditata può essere complicata dal punto di vista emotivo e finanziario, tuttavia comprendere i tuoi sentimenti riguardo alla vendita e stabilire obiettivi raggiungibili può aiutarti a renderla meno complessa. La collaborazione con professionisti esperti, come agenti immobiliari specializzati nelle successioni, può aiutarti durante il processo in modo che il tutto proceda senza intoppi ed in modo efficiente.

 

Elisa Bucino
Elisa Bucino            Social Media Marketing

 

 

 

 

Valutazioni corrette, incertezza dei dati, situazioni in divenire

“Caro Amico ti scrivo”, cantava il mitico Lucio Dalla, per celebrare la fine dell’anno trascorso e l’arrivo del nuovo.

Ebbene si, siamo in fine d’anno, ma probabilmente anche alla fine (o all’inizio?) di un ciclo. Arriva quindi il fatidico
momento dei bilanci e dei propositi. Ma non viene meno la necessità di cercare di vedere meglio oltre la nostra
condizione attuale, cioè comprendere cosa possiamo fare per poter analizzare meglio il presente ed il passato recente, con lo scopo di indovinare il futuro.

Partiamo da ciò che noi, agenti immobiliari, facciamo tutti i giorni: valutare gli immobili. Mai come in questo periodo, le valutazioni basate sui dati storici, possono essere messe in discussione. Per poter attualizzare le cifre rispetto ai dati di mercato disponibili, occorre apportare i giusti correttivi alla lettura dei dati di mercato: in primo luogo va considerato che esiste un “ritardo” tra il momento dell’accordo di compravendita (che è il “vero” momento di mercato) e quello della compravendita definitiva dal Notaio; poi esiste un ulteriore “ritardo” che è rappresentato dal momento della stipula dei rogiti, al momento in cui i dati vengono resi disponibili per la consultazione. In sostanza, il dato di valore che si legge oggi, è il risultato delle trattative avvenute da 4 a 8 mesi fa.

Questa “latenza” del dato immobiliare, si deve interpretare con l’analisi dei dati dell’economia attuale, che hanno – invece – effetti immediati sui comportamenti umani. È pertanto indispensabile considerare anche l’andamento finanziario, valutario, commerciale ed economico generale, per poter consegnare un giudizio di valore affidabile.
La situazione del mercato immobiliare nelle zone urbanizzate, per esempio, della città di Roma, è oggi caratterizzata da una certa sproporzione tra la richiesta di acquisto (elevata) e l’offerta di immobili in vendita (in diminuzione); ciò è dovuto essenzialmente a questi fattori:

  1. L’inflazione in crescita favorisce la migrazione di piccoli capitali di risparmio verso l’acquisto degli immobili, percepiti come “beni rifugio”, contribuendo all’assorbimento dello stock disponibile.
  2. L’aumento dei costi per le ristrutturazioni, dovuto agli incrementi dei prezzi dei materiali, unito alla difficoltà di reperire imprese disponibili (aspetto che accresce i costi della manodopera) ed alla riduzione dei tempi di validità dei preventivi, rendono più complicato per le famiglie – che rappresentano la gran parte degli attoridel mercato immobiliare – realizzare il progetto di cambiare casa. Per cui, se diventa difficile comprare unnuovo immobile, si resta in quello che si ha, che – quindi – non va sul mercato.
  3. La domanda di acquisto di immobili è in crescita dal 2014, cioè da 8 anni e il 2019 ha sostanzialmente visto consolidarsi questa tendenza. Il Post-Lockdown e la graduale ripresa delle attività, hanno favorito il corso al rialzo, sostenendo anche un incremento dei prezzi, che ha registrato nel 1° trimestre dell’anno, oltre il 5% in più rispetto allo stesso periodo del 2021 (Istat).

Per contro, i fattori che mitigano questa situazione sono:

  1. L’incremento ripido e repentino dei tassi di interesse bancari per accedere ai mutui, che diminuisce il potere di acquisto della platea di acquirenti più protesi verso l’indebitamento, fascia di popolazione più attiva e che comprende anche i giovani in cerca di acquisto della prima abitazione.
  2. L’aumento dei costi energetici, che spaventa non poco sia le persone comuni che i gestori di impresa.
  3. La fine delle agevolazioni per gli acquirenti Under 36 al 31 dicembre 2022.
  4. La stagnazione dei salari: a fronte di un’inflazione ormai oltre il 10%, l’incremento delle basi salariali sfiora appena l’1%. L’indice di fiducia dei consumatori rilevato a luglio 2022 dall’ISTAT è in netto calo rispetto a
    gennaio.
  5. Se non è possibile cambiare casa, si ristruttura quella in cui già si abita, perché se il budget a disposizione le possibilità di indebitamento diminuiscono, il “buon padre di famiglia” tende a scegliere di prendere meno impegni e magari fruire del “bonus fiscale” che – anche senza il miraggio dello sconto in fattura – consente di detrarre dalle tasse un importo considerevole.
  6. Il cambiamento del rapporto tra domanda e offerta.

Quali possibili scenari nel 2023?

È già piuttosto evidente un forte rallentamento degli scambi, infatti i principali portali web di annunci immobiliari, registrano un decremento medio del 10% a livello nazionale (-17% a Roma) di immobili messi in vendita. Questa condizione, di scarsità nell’offerta, per un verso sta provocando un certo incremento nei prezzi di richiesta (Asking Price) che però rischia di essere del tutto illusorio: infatti il perdurare di tutte le condizioni economiche sfavorevoli (inflazione, tassi di interesse elevati, salari fissi, tendenza “attendista” delle famiglie) potrebbe portare ad un forte divario tra il costo degli immobili e la capacità di spesa degli acquirenti potenziali, con probabile rallentamento delle compravendite. Non si può fare a meno di osservare che il ciclo economico del mercato immobiliare degli ultimi 8 anni, ha accorciato i tempi rispetto al precedente, nel giungere a curve di svolta: nel periodo 2008-2014, la crisi americana innescata dai mutui Subprime e diffusasi in tutto l’occidente, ha manifestato i suoi effetti per quasi 6 anni, mentre l’andamento del periodo 2020-2022 sta manifestandosi in maniera molto più rapida, in termini di  mesi.. Sembra insomma che siamo arrivati davvero ad un apice. E’ solo un’ipotesi?.

Alcuni tendono a rifarsi al periodo tra il 2001 ed il 2008, cioè dall’attentato alle Torri Gemelle fino al periodo della crisi Subprime, invocando (e auspicando) un nuovo ciclo “miracoloso”. Altri ammoniscono che non va dimenticato che il 1 gennaio 2002 siamo entrati formalmente nell’Euro, ma che ce ne siamo realmente accorti solo quando abbiamo smesso di calcolare la conversione con la lira, e cioè circa tre anni dopo, capendo che i prezzi degli immobili (e non solo) erano raddoppiati rispetto alle nostre percezioni, facendo sentire i proprietari “ricchi”. Per poi trovarci, improvvisamente, poveri nel 2011 commissariati proprio dall’Europa.

Difficile pensare che possa esplodere nuovamente un fenomeno analogo nel prossimo triennio, mancherebbe la spinta sostanziale della conversione di valuta, che all’epoca portò persino il dollaro a perdere la sua egemonia, che però sta riconquistando con un certo vigore. Qualcun’altro ancora sostiene che la prossima conversione monetaria, arrivi dalle criptovalute. Visto quanto appena successo, non ne sarei tanto sicuro. Almeno non a breve. L’anno che sta arrivando, tra un anno passerà.

Io mi sto preparando, e voi?

Stefano Filastò – Broker titolare